Le scommesse rialziste sul petrolio quotato al Nymex, da parte dei Large Speculators (hedge funds e fondi), secondo il Cot report del 1 marzo, hanno raggiunto livelli mai visti.
La posizione netta sul futures detenuta da questa categoria di traders ha raggiunto i 271.887 contratti long, 49.000 contratti in più rispetto alla settimana prima, di gran lunga superiore ai picchi segnati durante il rialzo del 2007-2008.
Prevedere dove possa fermarsi il rialzo, è esercizio arduo, anche se i picchi dei Large Speculators di fine 2009 e primavera 2010 hanno marcato dei massimi intermedi del petrolio, mentre quelli del 2007 e 2008 no, tant’è che il rialzo terminò quando i Large Speculators disimpegnarono le loro posizioni long.
La quota dei rialzisti tra gli investitori privati americani, intervistati nel sondaggio AAII, rimane infatti invariata al 36,8% mentre i ribassisti calano del 3% al 33,2%.
Il ratio Bull/Bear si mantiene di conseguenza in territorio neutrale come quel 30% di intervistati che appunto non si schierano per un ribasso o un rialzo dell’azionario.
Anche nella passata settimana l’interesse per le opzioni put da parte dei traders istituzionali è aumentato.
La media mobile a 10 giorni del put/call ratio sull’Oex ha raggiunto quota 2,10.
In pratica il volume giornaliero medio sulle put degli ultimi 10 giorni è stato doppio rispetto a quello sulle call.
La media dell’indicatore ha superato il picco storico segnato sui massimi intermedi di fine 1999, che anticiparono un ribasso a gennaio 2000, seguito poi dall’ultimo rialzo del bull market degli anni 90. Il precedente picco sopra quota 2 fu segnato sui massimi intermedi di fine febbraio 2007.
Per diversi motivi quindi, non ultimo il fatto che l’esposizione sull’azionario, segnalato in precedenza, da parte dei gestori mondiali aveva raggiunto livelli elevati, nel brevissimo termine è il caso di mantenere la massima prudenza.
La situazione sugli indici europei è delicata dal punto di vista tecnico, ad esempio sull’Eurostoxx 50 si nota un testa e spalle ribassista, con i prezzi che questa mattina battono proprio sulla neckline della figura, dove si trova anche a passare la trendline rialzista che viene su dai minimi di novembre 2010.
La regola sarebbe che il taglio della neckline proietterebbe i prezzi per una estensione pari alla distanza tra la stessa neckline e il vertice della testa, in questo caso zona 2.800 punti.
Paolo Calcinari