L’inizio di settimana è stato quindi caratterizzato da una liquidazione generale di tutte le asset class rischiose, non solo l’azionario, ma anche materie prime, le quali però sono riuscite a recuperare, e le obbligazioni high yield.
Il recupero da parte dell’S&P 500 della media mobile a 50 giorni, non ha impedito che si confermasse il pattern del testa e spalle ribassista segnalato nel precedente commento.
Gli eventi in Giappone hanno portato però a superare il target del testa e spalle ribassista posto a 1.270, con il minimo a 1.249.
Utilizzando il grafico dell’etf relativo all’indice S&P 500 (SPY), il più scambiato al mondo, si può notare l’estrema emotività degli investitori e traders. L’etf ha oltrepassato la banda di bollinger inferiore a 50 periodi, calcolata a 2 deviazioni standard, con volumi in netta crescita rispetto ai picchi delle settimane precedenti. Durante il ribasso di maggio e giugno 2010, in due occasioni distinte, ma soprattutto a fine maggio, l’etf (ma anche l’indice stesso) si era portato ad un tale livello di ipervenduto, non confermato però dall’RSI a 14 giorni.
Il balzo del Vix superiore al 10% in due giorni consecutivi, martedì e mercoledì, con chiusura oltre la banda di bollinger superiore, ha gettato le basi per un rimbalzo nei giorni seguenti.
Delle 28 volte (dal 1985) in cui il Vix è cresciuto di oltre il 10% in due giorni di fila, l’S&P 500 è cresciuto in 26 casi a distanza di 3 giorni
Nel medio termine il risultato è stato altrettanto rilevante dal punto di vista statistico. A distanza di 3 mesi l’S&P ha chiuso in rialzo 25 volte sulle 28, con una variazione media del +8%.
C’è comunque da attendersi per i prossimi giorni ancora un’estrema volatilità, del resto il Vix ha segnato massimi e minimi crescenti, ma è anche probabile che il picco del Vix in questa fase negativa sia stato già raggiunto ed eventuali nuovi minimi dell’S&P 500 non spingerebbero il Vix oltre i massimi di mercoledì 16.
In termini relativi, calcolando la distanza percentuale tra il Vix e la sua media mobile a 20 giorni, la volatilità implicita sulle opzioni ha raggiunto un estremo oltre la linea dell’estremo pessimismo.
Nella giornata del “flash crash” del 6 maggio l’indicatore raggiunse quota 100%, ma poi sul minimo di fine maggio registrò un massimo inferiore, segnale che era iniziato il processo inverso di ritorno alla media, come un elastico che tirato da una parte si fionda dalla parte opposta.
Nel caso in cui, dopo un rimbalzo tecnico, l’S&P 500 scenda sotto i minimi recenti, e il Vix Deviation non supera il picco di mercoledì 16, è il segnale che la paura sul mercato azionario ha raggiunto un livello estremo e che i prezzi hanno già scontato tutte le notizie negative.
I piccoli traders che operano sui futures degli indici Usa si sono fatti prendere dall’emotività.
Gli Small Speculators, secondo l’ultimo Cot report i cui dati sono riferiti a martedì, hanno ridotto le loro posizioni long (rialziste) di circa 6,2 miliardi di dollari rispetto alla settimana precedente.
Si tratta della 4° maggiore riduzione in una settimana della storia.
Non può che essere favorevole per il mercato azionario nel medio termine, un tale cambio di strategia da parte di questa categoria di traders, i quali portano la loro posizione long su valori minimi poco prima di importanti rialzi e su valori massimi poco prima di profondi ribassi.
Dopo aver segnato un picco di rialzisti al 63,3% poco prima di Natale, non confermato sui massimi di metà febbraio, gli investitori privati riuniti nell’AAII hanno nettamente cambiato le loro aspettative verso il mercato azionario.
Nella passata settimana i rialzisti sono scesi al 28,5%.
Si tratta del dato più basso da Agosto 2010.
Dai massimi di metà febbraio il Daily Sentiment Index, che misura il sentiment dei traders sul futures dell’Eurostoxx 50, è passato da quota 90% al 25% mercoledì 16.
Valori, cosi bassi, seppure non corrispondono ad un sentiment estremamente pessimista, raggiunto solo durante la parte finale del bear market 2007-2008, sono stati segnati per 3 volte consecutive, su altrettanti minimi, tra fine maggio e inizio luglio del 2010.
A chiusura del precedente commento si scriveva: “Le prossime due settimane dovrebbero risultare decisive per le sorti dei mercati azionari.
Gli eventi recenti hanno messo a dura prova la fiducia degli investitori………….. vedremo se manterranno la calma o si faranno prendere dal pessimismo, in questo caso sarebbe un’opportunità d’acquisto.”
Il nostro Barometro del Sentiment si è avvicinato velocemente alla zona di pessimismo, la possibilità che la superi da qui alla fine del mese è molto concreta.
Dopo la catastrofe in Giappone, il rischio nucleare, si è aggiunta nel week-end anche l’azione militare di alcuni paesi della Nato in Libia, la volatilità rimarrà elevata, ma dove c’è il rischio si trovano anche le opportunità, che forse saranno pienamente riconosciute solo quando a metà aprile le aziende comunicheranno gli utili del 1° trimestre 2011.
Paolo Calcinari
paolo@sentimentcharts.it