Nessuno dei principali mercati azionari mondiali si è salvato dai ribassi nella passata settimana, con l’S&P 500 che dopo un rialzo del 7% chiude la settimana in calo del 2% e le borse europee ancora una volta le peggiori sui timori di un allargamento della crisi del debito all’Italia.
I livelli estremi raggiunti da alcuni indicatori di spessore facevano presagire un ritracciamento degli indici. L’estrema partecipazione dei titoli al rialzo e dei volumi in acquisto non potevano essere confermati ancora per un’altra settimana.
La media mobile a 10 giorni del ratio Up/Down volume dai livelli estremi è scesa oltre la zona neutrale, un punto di arrivo del suo movimento dovrebbe essere la linea dell’ipervenduto, segnando un minimo superiore a quello di metà giugno.
Si era detto nel precedente commento che il rialzo repentino dai minimi di fine giugno era stato accompagnato da un recupero del sentiment, dai livelli di pessimismo, troppo veloce e rilevante per permettere al mercato azionario di proseguire nel suo rialzo.
L’aumento della volatilità della passata settimana, che potrebbe continuare nelle prossime 2 settimane, fino a spingere il Vix verso la sua banda di bollinger superiore, dovrebbe far indietreggiare ancora la quota dei rialzisti aumentando quelli dei ribassisti.
La media a 10 settimane dei rialzisti dell’AAII all’inizio di maggio 2010, seppure distante dai picchi dei 10 anni precedenti, era a quota 40%, ora si trova a quota 32,5% (poco sopra i minimi fine giugno pari al livello di fine agosto 2010).
A parte i valori minimi raggiunti nella prima parte del bear market del 2008 e a marzo 2009, il comportamento dell’indicatore degli ultimi mesi è molto simile a quello visto durante le correzioni del 2005 e del 2006, da cui il mercato riparti per raggiungere nuovi massimi.
I recenti ripiegamenti hanno fatto tornare la voglia, da parte dei piccoli traders sulle opzioni, di speculare al ribasso, non come nel mese di giugno ma comunque su livelli relativamente elevati.
Il Put/Call Ratio Equity giovedì ha chiuso a quota 0,84.
Dopo una serie di picchi elevati del ratio sopra 1, con una preferenza quindi di put, i ritorni di speculazione ribassista non dovrebbero spingerlo su livelli pari o superiori. Anche nell’estate del 2010, nonostante i nuovi minimi degli indici a fine giugno e il ribasso di agosto, i picchi del put/call ratio Equity non avevano raggiunto quello rilevante di fine maggio.
Paolo Calcinari
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