Alcuni indici azionari occidentali, dopo aver segnato nuovi minimi, sono riusciti a interrompere la sequenza di chiusure settimanali negative, 6 nel caso dell’S&P 500, chiudendo la settimana in positivo.
La speculazione ribassista dei piccoli traders Usa, sulle opzioni quotate al Cboe, si è rafforzata.
I put/call ratios Total ed Equity hanno raggiunto livelli estremi che non si vedevano dalla crisi dell’autunno 2008.
L’Equity Put/Call ratio in particolare ha chiuso per 3 giorni consecutivi sopra quota 1, quindi maggioranza di acquisti di put da parte dei piccoli traders. Gli unici precedenti sono quelli del 16 agosto 2007 e del 21 novembre 2008, tutte e due giornate di minimo di una certa importanza.
Volendo analizzare i casi in cui l’Equity Put/Call Ratio ha chiuso sopra quota 1 per 2 giorni consecutivi, si ottiene la seguente tabella.
Possiamo notare che il valore mediano (migliore della media) dei giorni che sono trascorsi dal segnale a quello del minimo finale, sono 3.
Il caso del 10 ottobre 2008, post fallimento Lehman Brothers e con una totale crisi di liquidità sul mercato del credito, ha marcato perfettamente un minimo che però è stato seguito a distanza di qualche settimana da un minimo inferiore, quell’appunto del 21 novembre. Uguale situazione si era presentata durante il bear market del 2000-2003.
La massima perdita rappresenta la variazione massima negativa dal giorno in cui è scattato il pattern fino al minimo, considerando i valori intraday.
Secondo questa condizione di estrema speculazione ribassista e la statistica dei casi precedenti, la possibilità che si assista a un recupero fino a metà luglio è molto elevata.
Un altro modo per ottenere dei segnali dall’Equity Put/Call ratio è quello di confrontare l’attività speculativa dei piccoli traders sulle opzioni del brevissimo termine con quella del medio termine.
Per farlo si calcola il ratio tra la media mobile dell’Equity Put/Call ratio a 10 giorni con quella 130 giorni, quindi 2 settimane contro 6 mesi.
Dal 1997 si contano 5 casi in cui questo oscillatore 10/130 sull’Equity Put/Call ratio ha superato quota 30%: 28/08/1998, 08/10/1998, 12/10/2000, 21/09/2001 e 19/03/2008.
Tutti hanno anticipato di pochissimi giorni un rimbalzo di diverse settimane.
Il recupero di mercoledì, ultimo giorno del sondaggio dell’AAII, ha ridato leggermente fiducia agli investitori privati Usa. La percentuale dei rialzisti è aumentata del 4,6% al 29%, conseguenza del calo di pari entità dei ribassisti scesi al 42,8%.
Non abbiamo ancora visto, durante il recente calo, i ribassisti dell’AAII superare quota 50% o i rialzisti scendere fino a sfiorare quota 20%, come alla fine di maggio del 2010 o all’inizio di luglio 2010, ma nonostante questo la media mobile a 10 settimane dei rialzisti ha raggiunto il 4° valore più basso degli ultimi 5 anni, dato che nella passata settimana si sono collocati al 29%.
I rischi, in primis la crisi greca non ancora risolta, sono ancora elevati ed è probabile che i recuperi del mercato azionario saranno visti con un certo scetticismo e diffidenza da parte degli investitori. Non è escluso poi, anzi molto probabile, che come un anno fa, in presenza di nuovi ribassi alternati a rimbalzi, si registri un superamento dei recenti picchi di pessimismo.
Paolo Calcinari
paolo@sentimentcharts.it