A vedere l’apertura dei mercati azionari europei, orfani degli Usa (chiusi per festività), si potrebbe rispondere di si.
Vedremo durata e profondità della correzione, che per ora si prevede fisiologica e quindi salutare.
Facciamo ora un quadro della situazione del sentiment su alcuni mercati utilizzando il Daily Sentiment Index, indicatore che misura giornalmente l’ottimismo dei traders americani sui diversi mercati futures.
L’indicatore, che come alcuni indicatori di sentiment non è elaborato sui prezzi ma sulle aspettative dei traders o investitori, tramite sondaggi, oscilla tra 0 e 100.
L’area di pessimismo è tra 0 e 10 mentre quella di ottimismo tra 90 e 100.
Il DSI sul futures dell’S&P 500 venerdi ha raggiunto quota 92, oltre la linea dell’ottimismo, superata anche l’8 febbraio.
E’ indubbio che la forza del trend ha rassicurato i rialzisti, che però ora sono la maggioranza.
Impostare strategie di acquisto ora è molto rischioso e pone nel breve termine a probabili perdite.
Sarebbe ragionevole attendere un ripiegamento e quindi un calo dell’ottimismo per lo meno in territorio neutrale come successo a novembre 2010.
L’ottimismo non solo ha raggiunto livelli elevati tra i traders ma anche tra i gestori di fondi.
Il sondaggio mensile di BofA Merrill Lynch sulle strategie dei principali gestori mondiali e sulle loro aspettative, realizzato alla fine di gennaio e l’inizio di febbraio, ha mostrato un ulteriore incremento della quota azionaria nei portafogli dei fondi.
La differenza tra sovrappeso sull’azionario e sottopeso (barre verticali) ha raggiunto il +67%, un livello mai toccato nella storia del sondaggio, neppure sui massimi dell’estate 2007.
Precisiamo che il sottopeso o il sovrappeso delle diverse asset class nei portafogli è calcolato rispetto a un’ipotetica asset allocation cosi definita: 60% azioni globali, 30% bond globali, 10% liquidità.
Il grafico lineare rappresenta la forza relativa in punti percentuali rispetto alla suddetta asset allocation.
Un’elevata preferenza per l’azionario espone nell’immediato al rischio di eventuali delusioni, in conseguenza di qualche dato macro o micro non in linea con le attese degli investitori.
I mercati obbligazionari a lungo termine hanno registrato dei recuperi che per ora vanno inquadrati all’interno di rimbalzi tecnici, seppure in un contesto di estremo pessimismo.
Il Daily Sentiment Index sul T-Bond decennale americano si trova a quota 13, ancora vicino a valori che hanno marcato nel passato minimi importanti anche se alle volte non definitivi.
Un recupero dell’obbligazionario aiutato da flussi di capitali in uscita dall’azionario è nel breve molto probabile.
L’euro-dollaro dopo aver fatto un doppio minimo poco sotto quota 1,30 ha recuperato terreno e cosi anche il sentiment relativo.
Il Daily Sentiment Index, dopo aver marcato molto bene il 7 gennaio il secondo minimo con un estremo pessimismo, si trova ora sopra la zona neutrale a quota 71.
Nel medio termine le prospettive in termini di sentiment sembrano favorevoli ad un proseguimento del recupero dell’euro contro dollaro.
Quanto sopra è rafforzato dal fatto che il futures sull’oro, dopo il ribasso d’inizio anno, ha ripreso la sua crescita.
Il minimo di poche settimane fa è stato perfettamente intercettato dal DSI che era crollato a quota 11, segnalando un estremo pessimismo, il migliore segnale che possa capitare all’interno di un bull market come quello dei metalli preziosi.
Ora il DSI si trova a 45, distante da livelli che accompagnano la formazione di massimi o accelerazioni rialziste tipiche dei futures sull’oro ma che sull’argento, il quale ha già superato i precedenti massimi.