I mercati sembrano essere in equilibrio, sospesi ad una certa altezza, in attesa di un qualche cosa che possa dare loro una scossa. Gli indici si stanno muovendo poco su o poco giù in attesa di andare verso un altro punto di equilibrio, e con essi anche i gain e i loss, a seconda della posizione presa.
E’ noto infatti che il guadagno potenziale si realizza da una congestione o equilibrio ad un altro.
In USA siamo sui massimi dell’anno e il clima ormai natalizio induce ad una certa diminuzione delle operazioni di borsa con la conseguenza di un assottigliamento dei volumi e quindi anche del grafico.
L’anno si sta per chiudere con gli indici sui massimi ma anche con diversi indicatori che mostrano divergenze ormai evidenti e segnali del sentiment decisamente troppo ottimistiche.
SENTIMENT :
Il sondaggio dei Manager mostra che ormai si è quasi a contatto con il punto estremo di ottimismo e questo sappiamo che non è un fatto positivo per l’immediato futuro :
Il sondaggio relativo ai Consulenti Finanziari (investors intelligence) mostra anch’esso un picco molto simile ad altri casi storici dove poi si è assistito, nella migliore delle ipotesi ad una rapida correzione :
Per i privati investitori deve essere raggiunto il livello di guardia che io individuo sotto a 30, ma in ogni caso è evidente che ci troviamo in zona di ottimismo:
Per quanto riguarda lo spessore anche nel medio raggio si rimane costantemente in ipercomprato. Questo lo si può leggere come un segnale che il trend è assai forte o come anticipatore di una correzione. Si evidenzia una divergenza bruttina che fa propendere più per l’ipotesi che uno scarico degli eccessi sia la cosa più probabile :
E certamente non aiutano le divergenze che contraddistinguono la bontà del trend, soprattutto nell’ultima parte, con un numero di azioni che segna i suoi massimi, inferiore ai picchi di S&P precedenti. Stessa divergenza la riscontriamo nel Nasdaq che si è messo alla testa del trend. Ciò significa che la qualità del trend e lo spessore, nella parte finale del trend, sono alquanto scarsi:
Invece, a favore di una prosecuzione del rialzo nel breve, c’è il VIX che ha ormai abbandonato la soglia dei 20 punti sancendo un rialzo di medio periodo, ma ora anche i 18 punti favorendo quindi anche un rialzo di breve periodo. Purtroppo, è vero anche che, quando il livello del vix scende così velocemente, scatta il segnali del vix inteso come troppo ottimismo, cosa che è avvenuta venerdì 17:
HINDENGURG OMEN:
“Questo pattern segnala una divergenza negativa tra l’andamento positivo dell’indice di riferimento e alcuni indicatori di spessore quali il New Lows-New Highs ed il McClellan Oscillator, ed anticipa importanti declini sul mercato azionario, è quindi da considerare come un segnale di vendita.”
Tale citazione del mio amico Paolo Calcinari di Sentimentcharts descrive l’importanza di questo pattern, anche se poi, proseguendo nelle precisazioni che ci siamo scambiati via mail, Paolo fa notare che sì il loro modello è molto affidabile, ma spesso serve che il segnale sia ripetuto più volte a stretto giro di posta. Inoltre, attualmente il segnale è sfalsato dai fondi obbligazionari, quindi non titoli del nyse, che hanno fatto registrare minimi a 52 settimane. In ogni caso, il segnale va preso in debita considerazione:
Per il sentiment, in definitiva siamo messi così :
MACRO
Buone le notizie sul fronte macro con l’accordo dei paesi europei per costituire un fondo “Salva Stati” da utilizzare nei momenti di bisogno, come è successo a Grecia e Irlanda. Una sorta di mutua assistenza. Molti dettagli vanno ancora discussi, ma un accordo quadro sembra sia stato approvato definitivamente e questo gioverà indubbiamente alla crescita del Pil di Eurolandia.
E’ veramente notevole il dato sulle scorte di petrolio USA. Un vero e proprio crollo verticale delle scorte di greggio. E’ dal 2002 che non si vedevano livelli così bassi. C’è poco da fare, non dobbiamo ignorare l’evidenza. La cura Bernanke ha tanti punti negativi, ma effettivamente ha stimolato la ripresa.
In USA continuano a calare i sussidi alla disoccupazione settimanale favorendo una prospettica discesa dell’indice generare della disoccupazione Usa, che poi è una ferita ancora aperta e che sta tardando a rimarginarsi. Vedremo se il QE2 sarà sufficiente a farlo :
Oltremodo interessante è osservare l’evoluzione dell’inflazione nelle sue 2 forme principali (CPI e PCE).
Si osserva che sono strettamente correlate : se gli americani non spendono l’inflazione non recupera e infatti nell’ultima fase gli americani hanno risparmiato incrementando le giacenze in conto corrente. Ciò ha portato a degli effetti benefici per quanto riguarda il rischio insolvenza carte di credito, ma ha anche contribuito ad acuire la discesa dell’inflazione. Anche qui vedremo quali effetti avremo con il QE2:
CONCLUSIONI :
L’equilibrio in borsa dura poco. Ci si sta arrampicando verso nuove vette, ma il Natale oramai alle porte e una certa stanchezza operativa lo si vede anche sui grafici. Non è da escludere qualche scivolone dell’ultima ora.
Il sentiment lancia segnali di allerta e, considerando che la 1° settimana dell’anno è statisticamente negativa, mi fa pensare che l’ultima parte dell’anno, in caso di ulteriori rialzi faccia il gioco dei ribassisti in avvio del nuovo anno.
A me piace comprare quando si è bassi e vendere quando si è alti. Al momento gli utili ci sono, quindi li prendo e li metto sotto l’albero di natale.
Di sicuro non compro nulla ora, pertanto riduco ulteriormente il livello Manetta a NEUTRO e attendo il nuovo anno per fare nuove considerazioni.
Per l’analisi sull’Italia rimando al video sulla settimana 50.
Saluti
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