I dazi di Trump hanno innescato un clima di panico da acquisto sui metalli industriali come l’Alluminio salito del 30% in 2 settimane, ma anche nichel e palladio con rialzi a 2 cifre.
A dire il vero il motivo del rialzo è frutto di minimi già toccati all’ inizio del 2016 da parte dell’indice generale CRB. Da quel momento sono andate bene le commodity e i paesi emergenti produttori con le loro rispettive valute. Cose queste già ampiamente dettagliate da allora e mai modificate nella nostra view.
Certo ci vuole del tempo per raccogliere i frutti, ma la sincronizzazione delle materie prime ha molto a che fare con il ciclo economico. Guardando il grafico in basso, possiamo ipotizzare di trovarci, dono 9 anni di borse crescenti, verso la fine dell’espansione e l’inizio del rallentamento, dove il PIL non cresce più ma sale l’inflazione. Un quadretto che rispecchia le previsioni macro 2018-2019.
Rispolverando quindi il confronto tra SP500 e CRB, dove risultano evidenti gli effetti del QE, con l’anomala decorrelazione tra crescita e prezzi delle materie prime. Avevamo supporto che prima o poi i due grafici si sarebbero incontrati.
Ad oggi sembra iniziata la fase in cui SP500 fatica a salire, mentre al contrario il CRB sembra ben impostalo al rialzo.
L’oro anche risulta ben comprato da molte banche centrali, in particolare degli emergenti, probabilmente a seguito dei rischi aumentati a seguito della guerra commerciale e valutaria in atto, ma anche per la copertura che esso offre in caso di inflazione o turbolenza dei mercati.
L’oro continua a premere in area 1350$ che se rotta confermerebbe la rottura rialzista del triangolo con target di 1.600$.
Sul dollaro USA siamo in attesa di un suo recupero in area 1.16-1.18 contro Euro per poter chiudere e coprire il cambio da li in poi, anche perché se al livello tattico vediamo un dollaro forte, sul piano strategico, nel medio lungo periodo, vediamo il EUR/USD a 1,40.
CONCLUSIONI :
Manteniamo inalterata la view con esposizione alle materie prime, oro e GDX.
Sempre in auge le Obbligazioni sui paesi emergenti anche in valuta locale, con l’accortezza che, visti i costi odierni per coprirsi dal cambio, circa 2,5%, e prospettive a breve di un dollaro in rafforzamento è preferibile comprare a cambio aperto per poi fare hedge vero 1.16-1.18.
Ogni storno per queste asset class è buono per incrementare, come di converso rimaniamo dell’opinione che ogni incremento dell’azionario sia buono per alleggerire.
Saluti