Ma allora questi USA si riprendono oppure no ?
Questo è l’interrogativo che molti operatori si stanno ponendo nelle ultime settimane, ed io che di mestiere non faccio l’indovino, provo a dare una lettura interpretativa di alcuni dati importanti come il lavoro e la fiducia.
Il mercato del lavoro USA sembra in sofferenza ed in effetti finora sono stati recuperati soltanto 627 mila posti sugli oltre 8 milioni persi durante la crisi. C’è chi vede questo dato in maniera negativa sostenendo che gli USA hanno difficoltà a creare nuova occupazione e c’è invece chi, come me, sostiene che tale dato mostra una grande opportunità poiché c’è molto margine di miglioramento davanti a noi, e se con soltanto 627 posti di lavoro siamo arrivati dove siamo, figuriamoci con qualche milione in più dove potremmo arrivare !
Insomma il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto a seconda di cosa si vuole vedere. Siamo ormai nella coda della crisi e nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile uscirne, ma a ben vedere molti dati stanno migliorando come i conti aziendali e i loro utili che sono molto solidi, le banche che concedono il credito più facilmente sono maggiori di quelle che lo negano e le sofferenze sulle carte di credito sono diminuite con l’americano medio che ha ridotto, e di molto, le sue esposizioni generando un aumento del risparmio.
La chiave di volta è proprio qui, ossia nella voglia di spendere degli americani. La crisi ha portato ad un clima di sfiducia che ancora aleggia nei loro pensieri ed infatti, paradossalmente, molti di essi sono più ricchi di prima in quanto meno indebitati e con i conti correnti in saldo positivo dove si stanno accumulando i risparmi.
E’ un cane che si morde la coda : se il popolo non spende non si creeranno nuovi occupati e se non si creeranno nuovi occupati il popolo non spende perché pensa che non siamo ancora fuori dal tunnel .
Il grafico sottostante mostra come tale circolo vizioso sia sempre stata una costante nel tempo :
L’ultima tirata dei bund e il rafforzamento del Dollaro USA e Franco Svizzero contro Euro testimoniano come sia aumentata l’avversione al rischio in queste settimane.
Incertezza quindi, però direi anche tutto quì e niente altro. Una fase normale, alcuni dati sono positivi altri negativi, ed il mercato rispecchia in pieno tale avversione al rischio con la sua ormai conclamata fase laterale : un po’ su un po’ giù in attesa di nuovi eventi.
Le news che potrebbero smuovere le acque dire che non ce ne sono, quello di cui i mercati avrebbero invece necessità è di chiari obiettivi di politica economica che risvegli gli americani sul fronte della spesa.
Ci vuole un po’ di tempo ma alla fine è nella natura dell’uomo prendere spavento e poi essere parsimoniosi, poi si sa, dopo un po’ si torna a sperare e sognare in un futuro migliore ecc … e la giostra ricomincia.
I prossimo venerdì il mercato punterà gli occhi sui dati del lavoro di luglio dove ci si aspetta un incremento di 46 mila posti. Inutile dire che se saranno un po’ di più la borsa salirà e un po’ di meno scenderà, ma quello che conta è che 46 mila posti di lavoro in più rispetto agli oltre 7 milioni da recuperare sono ancora poca cosa. Certo se fossero 200 o 300 mila allora sarebbe tutto diverso ma al momento accontentiamoci, in fondo le aziende hanno ripreso a fare affari con operazioni di acquisto e fusioni varie.
Sono gli ultimi scorci di quella che è stata la crisi del secolo e quando la massa si accorgerà che gli affari veri si sarebbero potuti fare oggi, ovviamente sarà troppo tardi e magari ci si renderà conto che ai prezzi attuali il mercato ha scontato in maniera eccessiva l’attuale fase di rallentamento della crescita.
Saluti
