Al contrario degli USA dove la politica monetaria è gestita di fatto da una sola persona, Bernanke o istituzione, la FED, in Europa le decisioni vengono prese perlopiù collegialmente ed i limiti di tale politica sono emersi tutti insieme con l’avvento della crisi greca prima e poi con la crisi dell’ Irlanda.
Molti paesi erano in disaccordo nel varare il piano da 85 MLD € per l’Irlanda per non parlare della precedente figuraccia che ha fatto la Grecia e l’Unione tutta quando si è scoperto che la Grecia ha fatto letteralmente carte false per entrare in Europa.
Mentre Tricket fa il tecnico, la Merkel fa il politico, dovendo di fatto gestire la popolazione tedesca che vorrebbe, per la sua stragrande maggioranza, un ritorno al marco. Anche qui si fanno i conti senza l’oste. E’ infatti noto che la crescita della Germania in questi ultimi 2 anni è dovuta si al merito di avere un tessuto industriale efficiente, ma anche al fatto che tutto sommato il cambio in Euro ha reso la Germania molto più competitiva di altri paesi e uno scioglimento della moneta unica, oltre a causare devastanti danni per tutti noi, sopravvaluterebbe un ipotetico futuro marco tedesco almeno un 20% sopra ai livelli attuali, creando di fatto le premesse per un una recessione tedesca in men non si dica.
Quindi a nessuno conviene sciogliere l’ EURO , ne ai paesi ricchi ne ai paesi poveri. Allora se una soluzione non è valida andando all’opposto troviamo un logico e necessario accordo tra tutti i paesi dell’EURO per mettersi le mani in tasca e alzare il fondo di garanzia dagli attuali 440 MLD € ad almeno 1.000 MLD € . Cosa al momento al quanto difficile ma è l’unica via percorribile per uscire da questa crisi.
Intanto Trichet butta acqua sul fuoco e dichiara che la BCE continuerà a comprare obbligazioni del debito sovrano dei paesi periferici dell’ unione, lo spread si riduce e la crisi si trasforma nell’ennesima aberrazione di mercato che poi altro non è che una opportunità di acquisto. E mentre le borse del vecchio continente rimbalzano l’ AMERICA accelera :
MACRO :
Dal fronte macro buoni i segnali della fiducia dei consumatori che sorprende in positivo :
Straordinario invece è il dato dell’aumento delle abitazioni vendute :
Il dato sopra riportato è particolarmente buono poiché esso inciderà inevitabilmente sul dato dell’aumento dei prezzi immobiliari, settore che di fatto in USA sta vivendo una seconda recessione o doble deep.
A rovinare parzialmente la festa è stato il dato il dato sulla disoccupazione USA che è salito inaspettatamente dal 9.6% al 9,8%.
Non mi preoccuperei molto di quest’ultimo dato poiché la fiducia è in crescendo, gli americani hanno ricominciato a spendere (vedi ultimo black Friday) , e le piccole e medie imprese PMI vanno forte.
I due nodi cruciali degli USA, ossia disoccupazione e immobiliare, dovrebbero rientrare nei ranghi al più presto. La FED continua ad immettere soldi nel mercato sostenendolo fino a Maggio 2011 con 600 MLD $, tempo sufficiente per entrare nel vivo della ripresa.
Ho trovato in rete questa bella slide di Martin J. Pring che descrive il ciclo economico della durata di circa 4-5 anni. A leggere cosa dice nella fase 3 e 4 direi che si sta per concludere la fase 3 ed entriamo nella 4, quindi con incremento delle azioni e materie prime a scapito delle obbligazioni:
La fase 3 “di inizio della ripresa economica” mostrano l’inversione rialzista anche del mercato delle materie prime; a questo punto tutti e tre i mercati risultano orientati al rialzo.
La fase 4 “di espansione economica”, a causa della ripresa dell’inflazione, vede la prima inversione ribassista che riguarda il mercato obbligazionario, a causa dell’intensificazione delle pressioni inflazionistiche. Il mercato azionario e delle materie prime continuano nella loro corsa rialzista.
SENTIMENT :
Il sentiment è un po’ tirato sull’ottimismo:
Ma non è ancora arrivato a livelli estremi, per cui ci sono ancora spazi di crescita nel breve medio termine.
Non a caso, le prese di profitto generate dalla crisi dell’ EURO, hanno fatto subito fuggire i piccoli investitori, con punte di “panic selling” ,che ricordo essere, ottimi segnali in contrarian, quindi buoni per comprare, soprattutto in un trend forte come quello attuale:
Quando l’indicatore di pessimismo dei privati scenderà sotto 30 cominceremo a preoccuparci.
S&P 500:
Sarà pure la manina invisibile di Bernanke che, ogni qual volta il mercato prova a cedere, sciaccia il pulsante “IMMETTI LIQUIDITA’”, ma è anche vero che il grafico parla da solo : Sul settimanale la MM200 ha fatto da supporto e ora i prezzi si dirigono verso l’alto e sembra proprio voler rompere al rialzo i precedenti massimi a 1.230 dove passa anche il ritracciamento Fibonacci del 61,8%, ultimo baluardo che una volta superato, decreterebbe l’uscita finale dei mercati dalla fase ribassista con target del 100% Fibonacci ossia a 1.576 punti, suo massimo storico di Ottobre 2007, distante +30% da ora.
STATISTICA :
Per la settimana appena trascorsa, la 48° si prospettava una settimana rialzista e così è stato. Ora per la prossima si prevede un lieve storno e poi su per il rally fino a fine anno :
A guardare l’indice S&P 500 viene voglia di crederci.
CONCLUSIONI :
Mercoledì 1 Dicembre il rimbalzo dell’ Europa e in particolare dell’Italia su livelli tecnici importanti e l’uscita della congestione degli USA verso l’alto mi hanno fatto decidere a spingere più avanti la MANETTA su AVANTI MEZZA FORZA . Il trend è tiratino ma l’ottimismo regna sovrano e ogni storno in queste fasi è buono per comprare.
Per l’analisi sull’Italia rimando al video sulla settimana 48.
Saluti
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