Nonostante i dati macro delle ultime 2 settimane non siano stati brillanti il mercato ha messo a segno un considerevole rialzo dai minimi fatti segnare a febbraio. Segno che la correzione delle 4 settimane precedenti ha “ripulito” gli eccessi e ha spaventato molti investitore facendoli scadere nel pessimismo.
Il tutto ha portato ad un segnale long di breve periodo che però sembra voler proseguire. La correzione che si è avuta pertanto da inquadrare, come già detto, come un trend secondario correttivo su un primario molto forte.
Bene ha fatto chi ha comprato sui recenti minimi, ma bene hanno fatto anche coloro che non hanno toccato nulla, ne in acquisto, ne in vendita. Il dollaro forte ha supportato le quotazioni di tutto ciò che fuori dall’euro. Da un punto di vista dei prezzi le occasioni migliori si sono avute sui listini europei, complici i ribassi dei titoli bancari causa Grecia, e ancor di più sulla nostra Italia appesantita ulteriormente dallo scandalo che ha colpito le Telecom.
La settimana si è comunque chiusa con la buona notizia dal fronte occupazionale americano con l’indice della disoccupazione sceso al 9,7% . In apparenza poca cosa rispetto alle attese, ma il trend sembrerebbe ormai discendente con previsioni di ulteriori ribassi nei prossimi mesi .
Indubbiamente l’economia a stelle e strisce segna più cenni di miglioramento di quanto si possa pensare e la FED, con il rialzo del TUS , ci ricorda puntualmente che è sempre lì a monitorare sia l’inflazione che il livello dei tassi. Tassi che vedremo risalire nel corso del 2010. Non di molto ma quanto basta per comprovare che la ripresa va guidata attraverso una saggia politica monetaria.
Sarà ora verificare l’uscita dei prossimi GDP americani per verificare il grado di forza della ripresa USA. E’ comunque indubbio, a giudicare anche dalla slide del GDP che ormai siamo fuori dalla melma.
Inoltre, anche l’inflazione CPI è tornata positiva, eliminando quindi il rischio deflazione e tutto ciò che di negativo tale regime avrebbe portato. L’attuale livello di inflazione, non desta preoccupazione, ma saranno i prossimi mesi a darci conferme definitive in tal senso.
Dal fronte del sentiment i grafici confermano che il recente negativo è stata una buona occasione di acquisto con gli indicatori scaricati e alcuni passati al pessimismo, ma ora in veloce recupero :
Lo spessore rimane alto, sebbene più basso di prima. Secondo me ciò è da imputare ad una elevata partecipazione del pubblico al mercato. Ogni fase ribassista, nei trend LONG, viene vista come opportunità di nuovi acquisti.
La verità è che gli investitori sono molto volubili e basta poco per farli sprofondare nel pessimismo, ma questo per noi è una buona cosa :
La volatilità nel mercato è pressoché crollata di nuovo e questo è un po’ strano dopo la ripartenza del VIX. Avrei preferito vederla un po’ più su o scendere in maniera meno repentina. Forse nel breve ci sarà un po’ di presa di profitto ?
Conclusioni:
Gli ultimi giorni di saluti degli indici USA sono stati caratterizzati da bassissima volatilità e range molto stretti. Gli indici si sono poi lasciati alle spalle 2 GAP che visti così appaiono assai bruttini e sarebbe meglio che il mercato li vada a chiudere velocemente. Anche i volumi degli ultimi giorni non mi convincono. Se il mercato scendesse un po’ sarebbe normale e salutare. 1 o 2 giorni negativi farebbero migliorare gli oscillatori, chiudere i GAP , prendere la rincorsa e poi si che si può andare a rompere i massimi di periodo con più tranquillità.
Nel medio e lungo raggio il mercato sta esprimendo una forza rialzista che è bene non contrastare.
Lascio il livello manetta su MANOVRA AVANTI in attesa di vedere se come e quando il mercato rompe il massimo di swing.