Si è chiuso il 1° trimestre che assieme all’ultimo trimestre dell’anno compomgono i 6 mesi statisticamente più favorevoli per i rialzi di borsa. Nel 4° trimestre c’è il Natale, che da solo compone una grossa percentuale degli utili aziendali, e poi c’è la corsa per raggiungere gli obiettivi di budget per fine anno. Insomma un trimestre spumeggiante che di solito culmina con il classico rally di fine anno.
Anche il 1° trimestre è visto bene poiché si inizia un nuovo anno e ci si promette di fare grandi cose, e senza troppo preoccuparsi dell’anno lungo che si ha di fronte, le aziende fanno a gare per rilanciare i loro budget e le loro previsione di profitto.
Nel 2° e 3° trimestre invece si fanno le prime verifiche : si controlla che i budget dati ad inizio anno siano in linea e si fanno le prime misurazioni e aggiustamenti vari, e se la situazione macro è cambiata, di solito si da qualche limatina. Ecco perché il 2° e 3° trimestre sono visti come un guado da attraversare e non sempre i risultati soddisfano le attese.
In USA la situazione inizia ad incresparsi dal punto di vista degli utili : il dollaro forte , che solo all’inizio dell’anno era a 1,35 EUR lo ritroviamo oggi a 20 punti più in basso e questo incrina di molto gli utili aziendali USA, quindi qualche correttivo ci sarà.
Poi c’è la questione della disoccupazione USA, passata in 6 anni da 12% a 5,5%. Questo ha decretato un aumento dei salari e anche un rafforzamento delle forze sindacali con i primi episodi di sciopero che non si vedevano da 6 anni a questa parte.
A rendere il quadro ancora più fosco è il paventato aumento di tassi previsto per settembre che unito alla fine del QE americano, fa venire meno tutte quelle facilitazioni che finora le aziende hanno potuto avere.
Pertanto ci sarà pressioni sugli utili made in USA, ma la borsa non sconta affatto tale scenario, anzi tutt’altro. SP500 veleggia spensierato come se il 2015 fosse uguale al 2014 e 2013, ma noi sappiamo che così non è. La realtà è ben diversa e, drogaggi monetari a parte, i conti alla fine si faranno non l’economia reale.
In pratica è iniziato un capovolgimento dei trasferimenti : prima i soldi entravano a frotte nelle aziende, ora è iniziato un travaso verso i lavoratori e verso l’economia reale.
Mi manterrei alla larga dagli USA fino ad un morbido (speriamo) atterraggio su quotazioni più plausibili.
Se i mercati USA vanno in correzione, non credo che l’Europa salga, anzi sarebbe salutare una pausa del DJEUROSTOX, che dopo il break-out rialzista deficita di un sano pullback, occasione questa per entrare in quest’area con maggiore tranquillità. Da monitorare la polvere che si sta mettendo sotto il tappeto con Grecia e Crimea.
Nel mentre l’oro rimbalza dall’ormai forte supporto in area 1150 facendo immaginare un breakout rialzista importante… vedremo.
Il cambio EUR/USD tocca con precisione la tendline di supporto a 1,05 e rimbalza, ma il trend è forte e i temi per un indebolimento dell’EURO e un rafforzamento del USD sono ancora intatti e pronti a palesarsi di nuovo appena possibile : Grecia, rialzo dei tassi USA ecc.
Un’area che valuto come una tra le più interessanti è quella delle Obbligazioni in valuta locale, le uniche che esprimono tassi di rendimento elevati e con cambi mediamente molto bassi. Certo, sui cambi locali si può scendere ancora un po’ ma le cedole a doppia cifra sono una bella difesa. Di sicuro molto meglio dell’ormai palesato tasso negativo che offriamo qui in Europa sui governativi e su altre asset class.
CONCLUSIONI :
Il guado dell’anno è appena iniziato. Alziamo la guardia pronti a reagire agli eventi.
Nel mentre un augurio di BUONA PASQUA !