Sembra passato un secolo da quando si pensava che l’euro dovesse finire e che l’Italia fallisse come la Grecia e qualche altro paese dell’area euro.
E invece ora eccoci qui a contemplare un rialzo che lascia perplessi la maggior parte degli investitori.
È bene però ricordare che nel ciclo di borsa la prima parte di un’inversione inizia sempre accompagnata dall’incredulità.
La Bce ha prestato alle banche europee oltre 1.000 MLD di Euro, e meno male che non si voleva stampare denaro.
Alla Grecia sono stati nuovamente concessi gli aiuti, e meno male che volevano farla uscire dall’euro.
La Cina vive una nuova ripresa con la benedizione di tassi al ribasso, e meno male che era stato previsto uno sboom con atterraggio duro.
Insomma, quando il sentiment è negativo abbiamo compreso che è il miglior periodo per comprare, infatti dal novembre scorso le borse di tutto il mondo hanno inanellato una serie di rialzi a doppia cifra da lasciare stupiti quasi tutti, ma non solo. Anche sul fronte obbligazionario area euro, ed in particolare i nostri Btp, hanno visto risalire i corsi di circa 15-20%, praticamente un record in soli 3 mesi.
Lo spread dei Btp contro Bund è sceso a 300 dagli oltre 600 di novembre.
Andando ad analizzare la robustezza del rialzo ci si accorge che già a prima vista appare molto lineare, in particolare negli Usa dove gli indici sono ora a contatto con la fascia di resistenza alta, dove sono arrivati con velocità ma con tendenza ben definita e direzionale.
In particolare brilla il Nasdaq con Apple che quota sui suoi massimi storici a oltre 550$, proveniente da 80$ del minimo del 2009.
Ora Apple capitalizza quanto il 43% della borsa tedesca ed il 100% della borsa Italiana, tanto che si all’erta sul rischio bolla. Certo è che a guardare il grafico, oggi iperbolico, una certa ansia la mette, ma è pur vero che l’iperbole è iniziata da poco tempo e non si dove può arrivare prima di implodere (azzardiamo 1.000$ ??).
Tutte le bolle prima o poi scoppiano e fanno male, nessuna esclusa, ma prima di scoppiare si devono ingigantire e far diventare molto fini le pareti della bolla stessa. Apple ha un P/E di 15, ben 100Mld $ di cash in conto corrente, zero debiti, fatturati da spavento e utili in crescita. Insomma un’azienda sana, che opera in un business solido e con un successo tale che gli analisti finanziari, avendo serie difficoltà a confrontare Apple con altre aziende del settore e non, hanno preferito escluderla a priori dalle loro liste.
Spesso si sente dire che per avere una lettura fedele dell’andamento dell’economia Usa si deve escludere Apple dal calcolo.
Ma Apple fa l’economia, ne è parte integrante, fa tendenza e benchmark, crea mode e consumi, ma soprattutto Apple è un business solido.
Quindi laddove Apple sia veramente in bolla, cosa che a guardare i numeri di bilancio ancora non credo sia iniziata, le sue pareti sono molto, ma molto spesse. La terremo d’occhio e si uscirà da Apple soltanto quando le quotazioni raggiungeranno valori irrazionali, quindi ci vorrà ancora un po’ di tempo.
Ma se Apple è salita il resto del mercato non è stata a guardare, tanto che oggi ci ritroviamo in forte ipercomprato ma non estremo. Il rialzo è stato diffuso, corale e finora privo di pull back. Stranamente, a differenza delle altri fasi storiche, questo rialzo non è stato accompagnato dai volumi, quindi partecipato si ma non troppo.
Rialzo effimero oppure ci troviamo di fronte soltanto alla fase iniziale di una più lunga e duratura fase espansiva delle borse?
La cosa certa è che le borse per salire hanno bisogno di soldi e questi ora ci sono, per non parlare del Qe3 che è in divenire. Credo che fino ad ora gli investitori siano stati colpiti dalla sindrome dell’incredulità oltre che dalla sfiducia ingenerata dalla pessima gestione politica della crisi. Quindi sono ancora per lo più rifugiati, come dice il Poeta Fugnoli nella “mortifera tranquillità del bund tedesco” all’ 1,70% annuo sul decennale. Praticamente zero rispetto alle performance di tutti gli altri asset nei primi 2 mesi dell’anno.
Primo o poi ci sarà uno storno, ma di lieve entità, giusto il tempo di scaricare gli eccessi di breve. La salita non sarà certo priva di ostacoli ma se siamo arrivati fin quì in un clima di pessimismo dove potremmo arrivare in un clima di ottimismo ?
I risultati chiameranno e invoglieranno altri investitori a comprare asset da risk on. I serbatoi sono ora pieni e non stupiamoci se da qui a luglio SP500 vada a testare i suoi massimi storici sopra 1.500 !
Saluti