Il problema alla base dell’attuale crisi sono ancora una volta le banche. La Grecia ha dato il via a quello che poi è stato una rivisitazione dei debiti statali e bancari in essere in tutta Europa
Ora si dibatte per la Grecia se è meglio farla tecnicamente fallire o commissariare, piuttosto che salvarla.
Il costo di una o dell’altra opzione è praticamente lo stesso, con la differenza che se la si salva in toto si darebbe l’impressione che chi mal gestisce un paese verrà poi salvato dall’Europa, e certamente questo non sarebbe un bell’esempio.
Quindi non rimane che far fare alla Grecia quello che viene definito un hair cut (taglio di capelli), ossia rimborsare soltanto una parte del debito ai creditori. In questo modo il paese eviterà di concentrarsi soltanto sulla restituzione dei prestiti e avrà quindi modo di interessarsi di più alla sua crescita.
Questa soluzione però non è indolore anzi, significa che le banche che posseggono titoli greci, banche tedesche e francesi in primis, dovranno svalutare e quindi avranno bisogno di capitali freschi o ricapitalizzazioni per rimanere il vita.
Il rischio che le banche tedesche e francesi possano fallire fa tremare anche colossi del calibro di Morgan Stanley che a sua volta detiene partecipazioni in banche francesi . Insomma il gioco delle partecipazioni incrociate favorisce un domino che se innescato porterebbe ripercussioni mondiali inimmaginabili, per cui è ovvio che si farà di tutto affinché ciò non avvenga.
In questi ultimi giorni il rischio è stato ben compreso anche dai politici, che a dispetto delle solite diatribe, stavolta sembra che anche le opposizioni stiano per dare l’appoggio affinché la crisi si risolva.
In Germania sta accadendo proprio questo con l’opposizione dei social democratici e verdi che daranno il proprio sostegno alla Merkel per far passare il rafforzamento del fondo salva stati EFSF, con la quota della Germania che salirebbe da 123 a 211 MLD €.
Fatto questo il fondo salva stati potrà anche aiutare le Banche, messe per altro sotto revisione di rating, per far fronte alla loro ricapitalizzazione che non dovrebbe costare meno di 200-300 MLD €.
Il Financial Times dice che le manche da ricapitalizzare sono 16, tra cui il nostro Banco Popolare.
A questo punto quindi non sono più gli stati a preoccupare, bensì le banche. Gli stati come Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia, stanno procedendo verso il risanamento dei conti pubblici e sebbene non in maniera indolore essi stanno camminando sulla retta via.
Il America intanto passa la manovra della FED denominata TWIST, che consiste nel vendere il debito sotto i 3 anni e acquistarlo sulle scadenze più lunghe fino a 30 anni per un importo di 400 MLD$ da qui fino a giugno prossimo.
L’operazione è ben voluta poiché in pratica è come se fosse una nuova forma di liquidità aggiuntiva nel mercato, o meglio, facendo scendere ancora di più i tassi a lungo periodo sarà più facile indebitarsi a lungo pagando interessi molto prossimi alle scadenzi più brevi come 5 e 10 anni.
In pratica sia le aziende che i privati possono beneficiare di rate più basse agli stessi interessi, permettendo quindi di liberare risorse per la spesa e consumi.
I P/E sono eccezionalmente bassi, il sentiment ha toccato l’estremo pessimismo, la situazione è critica da un punto di vista emotivo, tassi bassi e lo saranno ancora di più . Quindi ci sono praticamente tutti gli elementi validi per operare in contrarian con la strategia dell’accumulo di posizioni azionarie, che sono oggi gli asset dove c’è una buona se non ottima resa prospettica.
Gli indici europei viaggiano sui minimi di lungo periodo, mentre l’America sembra ancora tenersi in piedi su importanti supporti e le materie prime non sembrano confermare uno scenario recessivo.
Le cure da cavallo e gli interventi sull’Europa stanno per essere eseguiti e non mi sorprenderei di vedere un inizio del 2012 all’insegna della positività.
La volatilità nel breve sembra scontata, ma nel medio lungo raggio il premio di rischio sugli azionari è assai basso. Vedremo se le prossime settimane confermeranno tale scenario.