Nel 2015 scatterà l’ora X. La Yellen ha infatti detto che la Fed vede i tassi in rialzo sin dal prossimo anno. Quindi non più tassi bassi fino a data da definire.
La data precisa non è ancora stata fissata ma già questo cambio di politica monetaria cambierà le carte in tavola sullo scacchiere internazionale delle politiche monetarie.
La Fed ha inoltre abbassato le stime di crescita Usa per il prossimo futuro.
Il dollaro quindi tende a rivalutarsi nei confronti delle altre divise, ed anche se si dovranno fare i conti con la persistente svalutazione voluta da alcuni paesi emergenti, in particolare asiatici, credo che un nuovo ciclo stia per iniziare.
I multipli dei titoli Usa, lo avevamo già detto, sono cari e le spinte al rialzo della borsa, spesso artificiose, sono state frutto di condizioni eccezionali, difficilmente ripetibili nel futuro :
- Tassi bassi a data da definire.
- Svalutazione del dollaro.
- Quantitative easing.
- Utili delle aziende in forte crescita per taglio dei costi post-crisi, fino alle operazioni di buy back.
Tutto questo oggi inizia a venire meno e infatti abbiamo:
- Tassi prospettici in crescita.
- Rialzo del dollaro.
- Inizio del Tapering (riduzione del QE).
- Utili aziendali stazionari o in diminuzione.
Certo è che per mantenere il trend di borsa attuale, quindi per spingere le quotazioni ancora più su, le aziende Usa dovrebbero continuare a crescere con lo stesso ritmo avuto dal 2009 ad oggi, il che, come ripeto, al venir meno di quelle condizioni di carattere eccezionale e concomitanti, sarà molto dura, se non impossibile da realizzare.
Lo scenario preventivato all’inizio dell’anno inizia a prendere corpo.
Pertanto ribadisco, stavolta con maggior precisione, quello che dovrebbe essere un asset tale da generare profitti, anche in un mercato difficile e tirato come quello di oggi.
Se la borsa Usa corregge, si porta dietro un po’ tutti, ma non proprio. Ci sono delle sacche di valore, che hanno tenuto benissimo anche durante la crisi lampo della Crimea. Queste sacche sono i frontier market con l’Africa in testa.
Escluderei dal portafoglio l’Europa per 2 morivi : elezioni a breve e quindi rischio geopolitico elevato e multipli eccessivi sulle piazze europee, con in testa l’Italia che vanta il non invidiabile primato di avere dei P/E che vanno da 50 a 100, quindi 100 anni per rivedere il ritorno del capitale investito in questi titoli, per cui oggi in Italia si sta comprando a mò di scommessa che gli utili arriveranno, ma da quello che vedo siamo ancora ben lontani dal realizzarli e gli indicatori macro nostrani continuano a peggiorare.
Manterrei in portafoglio titoli giant e large cap a livello globale, evitando medie e piccole capitalizzazioni con multipli elevati.
Scaricherei gli high yeld, in particolare europei, troppo sensibili ad eventuali storni delle borse occidentali.
Con un approccio contrarian incremento di Emerging Market, Frontier Market e Cina con P/E di soli 10. Sia azionario che obbligazionario in valuta locale puntando quindi ad una ripresa del trend in queste aree. In Africa ad una prosecuzione.
A difesa del fortino ci metterei oro e metalli preziosi, prodotti Inflation Linked e manterrei una discreta liquidità per approfittare delle proverbiali occasioni di acquisto che non tarderanno ad arrivare: (incremento sul Giappone?)
All’inizio dell’anno le grandi case d’investimento facevano previsioni di Sp500 a +15% nel 2014, oro in discesa di un ulteriore -20% e Inflation Linked da evitare.
Sono passati 3 mesi, sicuramente presto per cantar vittoria, ma al momento le borse occidentali sono quasi tutte in negativo da inizio anno, l’oro è cresciuto del 15% e gli Inflation Linked del 2%.
Certo è che le fasi di rialzo sono più lente ad esaurirsi, inficiate come sono dall’avidità, ed infatti nei grafici troviamo dei massimi a campana e dei minimi a “V”, segno che i mercati non sono simmetrici, proprio perché le emozioni che si provano ad un top sono diverse da quelle che si provano ad un bottom.
Questo non vuole essere un monito per chi crede che il rialzo delle borse alla lunga prosegua, ma certamente una sosta dopo 5 anni ininterrotti di rialzo oltre che salutare è anche statisticamente credibile.
Purtroppo per molti i massimi vengono riconosciuti dopo diverso tempo, proprio per la sua forma a campana, mentre i minimi vengo spesso riconosciuti molto presto.
Ricordo al solito che tutto ciò che scrivo non deve essere interpretato come previsione, bensì come schietta analisi della realtà che ci circonda e che porta a determinate conclusioni.
Ancora una volta, parola al mercato…..
Saluti