Quando son passati i dati sull’inflazione americana che vede un rialzo in prospettiva della stessa, l’oro ha subito un forte ribasso, di oltre il 3% in un solo giorno.
La cosa lascia quanto meno sconcertati, visto che l’inflazione aiuta da sempre l’oro. Quindi inflazione che sale e oro anche. Invece sembra che questa volta non sia stato così.
Ritengo ci sia lo zampino della speculazione che anticipa il movimento dall’oro ai titoli Inflation linked, per altro caldeggiati già all’inizio dell’anno sulle pagine del sito.
Ma l’aspetto importante, come in questi casi è avere una visione d’insieme che soltanto il grafico ci può dare.
La lettura nel linguaggio dell’analisi tecnica è la seguente :
Il grafico dell’oro in febbraio rompe al rialzo la trend line discendente di lungo corso e strappa al rialzo con serie di massimi e minimi crescenti. Da 1.300 subisce una profonda correzione fino a 1.200$ in un solo mese.
Notare che, come regola generale, i più grandi ribassi si hanno nelle fasi di crescita e viceversa con i grandi rialzi.
A fine giugno Brexit spinge ancora al rialzo l’oro fino alla sua resistenza naturale vicino a 1.400$, superata la quale i prezzi potrebbero raggiungere 1.700-1.800$.
Ora, dopo una fase laterale, senza alcun dato economico degno di nota, improvvisamente si assiste ad un break ribassista di breve che fa entrare le quotazioni dell’oro nel range di acquisto da supporto e molto vicino al prezzo pre-Brexit. Prezzo a contatto con la MM200.
CONCLUSIONI:
A leggere il grafico sembra che i timori sullo stato dell’economia siano stati improvvisamente risolti, inclusa Brexit, quando invece sono ancora tutti lì e forse sono aumentati.
A mio modesto parere il prezzo ha scaricato gli eccessi dell’impetuosa crescita da inizio anno ed ora rappresenta una buona opportunità d’acquisto anche per chi è rimasto a guardare ( e sono molti).
Continuo a vedere l’oro come protezione da rischi sistemici.
Saluti